La frittella del Luna Park, è una grande e buonissima frittella di semplice pasta lievitata che si può mangiare nelle sagre e feste tradizionali in Veneto: alla Festa degli oto, la festa del santo Patrono di Vicenza è un must!
Il piatto del Santo Patrono
Per la rubrica de “L’Italia nel piatto“, questo mese, ognuna del gruppo, presenta il “piatto del Santo Patrono” di una città della propria Regione.
Io volevo presentarvi il piatto del Patrono della mia città, Vicenza, che è la Madonna di Monte Berico e festeggiamo l’8 settembre, ma, in realtà, non esiste un piatto che si preparara proprio appositamente per festeggiare questa ricorrenza.
Si cucinano quelli che sono i piatti più tradizione della città, ad esempio i bigoli con l’anatra, il bacalà alla vicentina.
Poi a pensarci bene, la prima cosa che viene in mente pensando alla festa che si tiene in città per la festa del Patrono, ovvero la festa degli oto, è senza dubbio la grandissima frittella, il dolce delle sagre, delle giostre in Veneto.
La festa degli oto a Vicenza
La festa degli oto è per noi vicentini un appuntamento fisso che ricorre, come dicevo, l’8 Settembre in onore del patrono della città, la Madonna di monte Berico. La sua instaurazione risale al 1978, proclamata da Papa Paolo VI. Si festeggia in questa data perchè si celebra il giorno della nascita della madre di Gesù.
La storia della Madonna di monte Berico di Vicenza ha radici lontane, ovvero tra il 1425 e il 1428 quando la città venne colpita da una grave epidemia di peste, a cui solo un aiuto celeste sembrava poter porre fine.
E la Madonna apparse ad una contadina, Vincenza Pasini, proprio a Monte Berico per ben due volte, la prima il 7 marzo 1426 e la seconda il 1° agosto 1428. La Madonna prometteva di porre fine alla pestilenza, se in quel luogo fosse stato edificato un tempio in suo onore, per il quale la stessa aveva disegnato la pianta con una piccola croce di ulivo.
La posa della prima pietra della chiesa della Madonna di Monte Berico di Vicenza, avvenne il 25 agosto 1428 e l’epidemia ebbe termine.
La tradizione vuole che i vicentini si rechino a piedi al santuario di Monte Berico, salendo i 200 gradini delle scalette, per assistere alla messa e poi scendere a Campo Marzo per divertirsi con le giostre e le frittelle.
La festa dei Oto è, infatti, un’occasione di devozione, tradizione ma anche di divertimento per i vicentini e per i tanti pellegrini che ogni anno affollano il santuario e il Luna Park.
Nei giorni che precedono e seguono l’8 settembre, la città è rallegrata dal colorato del Luna Park, che viene allestito a Campo Marzio, di fronte alla stazione ferroviaria.
E il profumo più forte è quello della fritola de la siora gigia!!



La fritola de la siora Gigia, la frittella del Luna Park
Ci racconta Paolo Portinari, avvocato e accademico della cucina a Vicenza, in una sua riflessione sulla storia, tradizioni ed etimologia dei questa frittella.
“I Oto, ossia “quelli dell’otto settembre”, sono i contadini, i forestieri o, in ogni caso le persone che da fuori Vicenza si recano nel capoluogo per compiere un rito devozionale, che consta in una salita a piedi, processionale o libera, da Campo Marzo fino al santuario di Monte Berico. Per ossequio i visitatori, nei tempi andati, si vestivano da festa, o, meglio, si mettevano in ghingheri.
Ristorato lo spirito, i fedeli, discesi in Campo Marzo e mescolatisi con la folla, partecipavano ad una tradizionale sagra con intrattenimenti e leccornie.
La sagretta, nel tempo, è diventata un vero e proprio luna park, dilatatosi di qualche settimana. Tra le varie proposte alimentari ci sono tuttora i mitici “caramei”, i biscotti “pevarini”, i croccantini alle mandorle, alle nocciole, alle arachidi, gli “spaghi” di liquirizia, lo zucchero filato, oltre ai più recenti “hamburger”, “hot dog”, “panini onti”, “kebab”…
Ma, emblema della festa, ghiottoneria tra le ghiottonerie, svetta, sopra qualsiasi altra prelibatezza, quale fedele alleata di ogni epatologo che si rispetti, l’irrinunciabile “Fritoa dea siora Gigia”, fritta in olio antico, o, comunque, rigorosamente riutilizzato, l’antesignana specialità vicentina, rectius berica, del cibo da strada “de nialtri”.
Vale anche per la fritoa quello che si diceva per il goloso mandorlato: “Magneghene, tasteghene, sentighene che bon …. “.
Paolo Portinari
Quando ancora lo street food non si chiamava così, la bancarella gestita da Genoveffa Bortoli, conosciuta come Mercedes Lotto, era una vera e propria istituzione.
La “siora Gigia“, come fu poi ribattezzata dai clienti, fu la prima a portare nelle sagre (vicentine, ma non solo) la “frittella da Luna Park”.






La figlia Francesca racconta che tutto nacque nel 1953, quando i suoi genitori che gestivano un banchetto di frutta e verdura tra fiere e sagre, conobbero un certo Luigi, conosciuto come “Gigio fritoa“, che cucinava delle frittelle durante le sagre. E da lui deriva il soprannome che venne dato poi a sua mamma.
Luigi era ormai anziano e tramandò la ricetta ai suoi genitori. Ricetta che si dice essere segreta, che la signora Genoveffa modificò leggermente, creando così la tipica frittella “dea siora Gigia”.
«A quei tempi mia mamma era l’unica che faceva quel tipo di frittelle. Lei e mio papà iniziarono a seguire grosse fiere a Udine, Trieste e Treviso.
A Vicenza erano presenti ad esempio alla Festa dei Oto a Campo Marzo, che in quegli anni era un vero e proprio evento».
Francesca Lotto, figlia “de la signora Gigia”
Il banchetto della signora Gigia ha visto passare le generazioni, perchè questa è una tradizione che si tramanda da padre in figlio!
«Il banchetto arrivava a vendere anche quattrocento frittelle al giorno – continua Francesca -, ed erano fatte tutte a mano, senza le impastatrici automatiche che ci sono adesso. Era un lavoro duro, ma mia mamma l’ha sempre fatto con il sorriso sulle labbra. Poi anch’io, mia sorella e mio fratello, fin da bambini, abbiamo dato una mano ai nostri genitori».
Francesca Lotto, figlia “de la signora Gigia”
Il testimone è stato poi passato al figlio, verso la fine degli anni Novanta.
La fritola de la siora Gigia, la frittella del Luna park
Ingredienti
Per l'impasto:
- 750 g farina (circa)
- 20 g lievito di birra
- 140 ml acqua
- 80 ml di latte
- 10 g margarina (o burro)
- 25 g zucchero
- 15 g sale
- 1 uovo piccolo (facoltativo)
- 20 ml aroma “Spumadoro” (sostituibile con buccia di arancia e limone grattugiata e 50 ml di acqua)
- 1 bacca di vaniglia
Altro:
- qb zucchero semolato (per finitura)
- qb olio di arachidi (per friggere)
Istruzioni
- Sciogliete il lievito nell’acqua e fate poi sciogliere la margarina.
- Aggiungetelo alla farina che avete già miscelato con gli altri ingredienti in una terrina o su una spianatoia.
- Continuate a impastare usando il latte fino a ottenere una pasta soda e liscia. Se necessario aggiungete pure dell'altra farina
- Lasciate lievitare coperto e in luogo tiepido finché avrà raddoppiato il volume.
- Fate delle palline grandi come un piccolo pugno e lasciare lievitare un’altra ora circa.
- Spianarle con le mani, facendo aprire un piccolo buco al centro, e friggetele una alla volta in olio caldo
- Cospargerle di abbondante zucchero semolato.
Fonti
Il giornale di Vicenza, Addio alla “siora Gigia”, fu la regina delle frittelle, 15 dicembre 2021
Vicenza Today, Perchè a Vicenza è festa l’8 settembre?
Room 21 blog, La fritola de la siora Gigia
Festa degli oto, sito ufficiale
L’Italia nel piatto
“Piatto del santo o del Patrono” è il tema della rubrica de L’Italia nel Piatto per questo mese. Ecco le altre ricette delle Regioni d’Italia.

Liguria: torta di riso di San Michele (blog: Arbanella di basilico)
Piemonte: La torta di sant’Antonio di jouvenceaux (blog: Soffici blog)
Trentino Alto Adige: Pane dolce di San Vigilio (blog: Profumi e colori)
Lombardia: Rustin Negaà alla Milanese per Sant’Ambrogio (blog: Pensieri e Pasticci)
Emilia Romagna: La Piadina della Madonna del Fuoco (blog: Zibaldone culinario)
Umbria: Pane di San Francesco d’Assisi, ricetta medievale (blog: 2 amiche in cucina)
Abruzzo: Taralli di San Rocco-ricetta abruzzese (blog: Un’americana tra gli orsi)
Toscana: Torta di San Pietro (blog: Acquacotta e fantasia)
Marche: Polenta di Sant’Antonio (blog: forchetta e pennello)
Lazio: Frittelle di cavolfiore per Sant’Antonio (blog: Meri in cucina)
Puglia: Melanzanata di Sant’Oronzo (blog: Breakfast da Donaflor)
Campania: Spaghetti alla Gennaro (blog: Fusilli al tegamino)
Basilicata: Gallo ripieno al sugo di San Rocco ricetta venosina (blog: Quella lucina in cucina)
Calabria: Abbaculu o pastorale di S. Biagio (blog: Dolcemente inventando)
Sardegna: Cocciula e Cozzas a sa schiscionera (blog: Dolci Tentazioni d’autore)
Sicilia: Maccheroni “cu sutta e supra” per San Michele Arcangelo (blog: Profumi di Sicilia)
18 comments
Mamma mia adoro questa frittellona Elisa, e che dire: hai scritto un post bellissimissimissimo!
Complimenti!
Un abbraccio
Grazie mille!!!
🙂
A queste feste mi fanno gola tutte le cose che hai menzionato ma le frittelle sono veramente il dolce più goloso e più accattivante che ti possa capitare davanti! Ti sono venute strepitose, al tuo banchetto mi sarei fermata subito! un abbraccio
sono troppo buone!!!
cio
elisa
che gola queste frittelle, come non mangiarne in giro per la fiera, penso sia impossibile
Imposssibile!
Un post molto interessante, e chissà che buona la fritola sella siora Gigia!
buonissima!!!
elisa
Quanto sono grandi!!! Sono un vero spettacolo. Mi segno la ricetta, è diversa da quelle che facciamo qui da noi. La devo provare.
Si, sono grandissime!
Ma così buone che non avanza!!!
ciao
elisa
Io le amo le frittelle del Luna Park. A Genova quando c’è la fiera di sant’Agata non perdo mai occasione tra una compera e l’altra di mangiarmi la frittella di rito. Il banchetto che la prepara è di emiliani ma penso che ormai la tradizione sia molto diffusa. Che bella scelta che hai fatto e ottima realizzazione
anche per me un rito! troppo buona!
ciao, elisa
Mi sono innamorata di questa grande frittella zuccherosa Elisa. È simile alla nostra “pizz’onta” abbruzzese, che adoro. La vostra festa dev’essere fantastica e golosissima!
Baci,
Mary
frittelle irresistibili!!!|
elisa
Una bella festa e una magnifica frittella!!!
Grazie!!
elisa
Salve ma il sale è giusto 25 grammi
Scusami! sono 15 grammi.
grazie per avermelo scritto, correggo subito!
elisa