Lo dico subito… per la prima volta sono rimasta un po’ delusa… Proprio così, il nord della Thailandia non ha soddisfatto del tutto le mie aspettative.
Una meta che desideravo visitare e vivere da sempre e che finalmente si è fatta realtà… ma forse troppo alte le aspettative, forse, e sono convinta che sia così, la delusione è stata dovuta al fatto che l’abbiamo solo “visitata” e non vissuta.
Troppo poco tempo, 4 giorni, per poter conoscere, “gustare”, questa terra e questa gente, troppo poco per guardare quello che veramente c’é da guardare al di là dei “soliti” giri, del “to do” quando si è per la prima volta in un nuovo luogo.
Sono convinta che potenzialmente il nord della Thailandia possa dare molto molto di più, il mio consiglio, quindi, non è di non andarci, ma dedicarci tempo!
Si può assolutamente organizzare il giro e le escursioni da soli; noi abbiamo contattato, invece, un tour operator locale e costruito un pacchetto che ci permettesse di vedere i luoghi “più importanti” oltre, ovviamente, al trasporto con autista, la guida (anche parlante italiano) e a prenotare i soggiorni.
Eccoci quindi alla seconda parte del viaggio dell’estate 2015 in Thailandia (qui trovate la prima parte dedicata al mare, Krabi e le isole).
Vi racconto di Chiang Mai, di Cham Rai, del Triangolo d’oro, delle “donne giraffa“…
La città di Chiang Mai e i suoi templi
Vi consiglio di fare lunghe passeggiate nel centro della città, attraverso i suoi tortuosi vicoli lastricati, scoprire le numerose scuole di massaggio, i piccoli bar e i suoi negozi di artigianato immancabile, poi una passeggiata nel famoso Bazaar notturno, tra le sue mille bancarelle colorate ricche di ogni tipo di mercanzia.
Chiang Mai conta più di 300 templi (quasi quanti Bangkok), caratteristica questa che le conferisce un fascino particolare.
Nel primo pomeriggio, dopo il nostro arrivo a Chiang Mai, abbiamo fatto uníescursione in calesse, fra le tranquille stradine di campagna, dove il tempo sembra essersi fermato, alla scoperta delle rovine dei templi dellíantica cittàí, Wiang Kum Kam e il tempio Lanna del XIV secolo Wat Phra Singh, dove potrete ammirare una delle immagini di Buddha più sacre di tutta la Thailandia.
templi e rovine, Wiang Kum Kam, all’interno della città antica di Chinag Mai
Appena fuori la città si trova il monte Doi Suthep, 1676 m, che offre dallíalto un paesaggio unico soprattutto al sorgere e al calare del sole (purtroppo quando siamo arrivati noi sono calate le nuvole e non abbiamo potuti godere del panorama), dove domina lo splendido Wat Prathat Doi Suthep, il tempio più bello che abbiamo visto.
Con la sua maestosa e suggestiva pagoda dorata eí il vero e proprio simbolo della cittaí, fascinosamente incastonato sulla cima della montagna in un contesto paesaggistico di grande atmosfera. Raggiungiamo la vetta con la funicolare e torniamo dai 300 gradini dellíantica scalinata.
Molto suggestiva, anche per i bambini, la benedizione del monaco con la consegna dei braccialetti, che a distanza di un anno portiamo ancora tutti al polso. Il monaco allaccerà il braccialetto solo ai bambini e agli uomini. Le donne, invece, lo possono prendere, senza però toccare il monaco.
Wat Prathat Doi Suthep
Il giorno successivo abbiamo alcuni dei più famosi templi della città. Come ci diceva la guida,non esiste il concetto di restauro conservativo in Thailandia, si tende più a ricostruire, a fare il “nuovo”. C’é infatti molta più attenzione a far vedere il “nuovo tempio” che non la memoria del passato…
Chiang Mai offre la possibilità di visitare anche uno storico zoo, che noi, in vacanza con i bimbi, non abbiamo potuto esentarci! 😉
Provincia di Chiang Rai: sulla via del Triangolo díoro
La provincia di Chiang Rai è la più a nord di tutta la Thailandia ed è una delle regioni più rurali del paese. Gran parte del suo confine con il Laos è costituito dal famoso fiume Mekong.
Sino a qualche anno fa Chiang Rai era un famoso centro di produzione dellíoppio, ma in questi ultimi anni il governo Thailandese ha cercato di fermare il fenomeno, relegandolo oltre confine, in Laos e Myanmar.
Chiang Rai è comunque una valida alternativa alla più turistica Chiang Mai, risultando una cittadina molto rilassante ed è un importante punto di partenza per trekking diretti verso il Triangolo díOro e líestremo Nord del Paese, attraverso splendidi percorsi nella giungla, tour a dorso díelefante o navigazione di fiumi a bordo di tipiche imbarcazioni fabbricate dalle guide indigene.
White temple
Non mancano i templi in Thailandia, lo avrete capito. Ma il tempio bianco, o meglio il Wat Rong Khun è differente da tutti gli altri.
In questo caso la visita è stata veramente piacevole e interessante, ben oltre a quanto ci potessimo aspettare, per un tempio moderno. Il candore degli edifici e la bellezza dei particolari sono difficilmente descrivibile. Vi posso solo dire di metterla coma tappa da fare!
Si, il tempio bianco è un tempio moderno (realizzato da Chalermchai Kositpipat nel 1997) ed perché è completamente bianco (per questo criticato dalla popolazioni indigene perché anticonvenzionale, visto che la tradizione prevede uno stile architettonico molto colorato) realizzato in gesso e specchietti (che, riflettendo il sole, creano i giochi di luce tanto cari allíartista).
Per raggiungere l’edificio centrale si attraversa un ponte che sovrasta mani di anime in pena che stanno sprofondando negli inferi: si tratta del “ponte del ciclo delle rinascite” e simboleggia che la strada per la felicità sovrasta la tentazione, l’avidità e il desiderio.
All’interno del tempio, oltre ovviamente alla statua di Buddha, si possono ammirare affreschi piuttosto insoliti. Non è stato possibile scattare foto, unico modo per farvi capire l’estro Aj. Chalermchai Kositpipat: la decorazione del tempio rappresenta improbabili e fantascientifiche scene apocalittiche ed è costellata da personaggi del “nostro”tempo: l‘uomoragno, Doraemon, Michael Jackson, Superman, Batman, Neo di The Matrix, Avatar tanto per citarne alcune.
Le “donne giraffa”, tribù karen
Le cosiddette donne giraffa, che fanno parte dellíetnia Padaung, sono scappate dal regime birmano in cerca di asilo politico e si sono rifugiate in Thailandia. Il nomignolo che viene dato alla loro tribù, deriva dallíusanza di mettere al collo degli anelli in ottone, che indossano fin da bambine, aggiungendo un anello ogni anno fino ad un massimo di 10 kg.
Ci ho pensato molto se andare o no a vedere queste tribù… Mi era stato sconsigliato per non alimentare un turismo insano, turismo che si è sviluppato tanto da rendere schiave queste donne, quasi fossero esposte come in uno zoo.
Il governo thailandese è accusato dallíONU di utilizzare la tradizione degli anelli al collo come attrazione turistica e che ci speculi sopra, tanto che per queste donne, qualora decidessero di togliersi gli anelli, uscire dalla tribù, per rifarsi una nuova vita, non è cosa facile perché essendo una delle attrazioni più redditizie dello Stato, non viene loro concessa vita facile al di fuori della tribù.
Starebbe quindi a noi turisti boicottare la visita e non pagando il fee al governo.
Alla fine ho voluto andarci, ho voluto vedere con i miei occhi, farmi una mia idea e ho visitato il villaggio delle Tribù Karen a Chiang Rai.
in realtà non si tratta di un vero e propri villaggio… Piuttosto di un percorso tra qualche casa e tante bancarelle. Fortunatamente non siamo andati a fine giornata ed eravamo solo noi visitatori, e questo ha reso la visita un po’ meno “finta e commerciale”.
Alcune donne si prestano a fare danze tribali, altre tessono e ti invitano ad acquistare oggetti fatti da loro a mano.
C’é chi è infastidita, c’é chi si mette in posa per fare delle foto, e chi spinge le bimbe ad andare in contro ai visitatori.
Ho provato pudore a scattare qualche, pochissime, foto. Mi sembrava di rubare qualcosa che era stato messo lì proprio per essere preso. Sono uscita pensando di essere stata protagonista di quello sfruttamento che spesso troviamo a favore del turismo di massa.
Il triangolo díoro
Una delle escursioni più famose, immancabile se si è nel nord della Thailandia, ovvero il punto díincontro fra Thailandia, Cambogia e Laos, ecco perché “triangolo”.
E d’oro perché circa la metà dellíoppio illegale consumato nel mondo passava da qui e questo, in effetti, veniva pagato come oro! Ora, di “dorato”, è rimasto veramente ben poco…
Lasciatemelo dire, ma la vista di queste sponde che si guardano sul placido Mekong non mi hanno emozionato così tanto, sarà stata la stanchezza della giornata, o forse ancora una volta le alte aspettative che mie ero fatta…
Siamo saliti su una barchetta, stretta e lunga e abbiamo toccato le 3 sponde: sulla sponda della Birmania, cui hanno indicato un anonimo casino e su quella del Laos ci han fatto scendere per visitare un mercato del “falso”, da cui ce ne siamo andati dopo 5 minuti.
Certo, pensando alla sua storia che ha influenzato le scelte politiche e la vita di molti popoli, non si può che subirne il fascino e di conseguenza, in qualche modo, líatmosfera cambia… mah, mah, mah….
Itinerario
Per qualsiasi informazioni lasciate pure un commento o scrivetemi! Vi risponderò con gran piacere!
Vi lascio il link per tutti i post dedicati questa splendida terra, la Thailandia: qui!
4 comments
Ciao Elisa,
consiglieresti la visita del nord della Thailandia a metà agosto? o le piogge comporterebbero troppi disagi per un viaggio turistico in terre così rurali?
Grazie in anticipo per il riscontro,
saluti
Ciao Priscilla.
Noi abbiamo fatto il nord della Thailandia proprio a metà agosto e il tempo è stato buono.
Purtroppo con il tempo non si sa mai…e anche lì in continuo cambiamento.
Io.. andrei senza farmi limitare troppo dal “tempo” di cui non possiamo avere certezze.
ciao
elisa
Ciao Elisa! Ti sei trovata bene con il tour operator locale?
Se si, ti chiedo il contatto!
Grazie
Ciao, mi sono trovata bene, sì. Puntuali, precisi e molto disponibili.
Solo che in questo momento non sono a casa e non riesco a cercarti i riferimenti, che non ricordo proprio.