Quel che di più bello mi dà questo blog è lo stimolo continuo, la curiosità ogni giorno più forte e la gioia nello scoprire sapori e realtà sempre nuove.
Come, ad esempio, quando ci son Aziende che aprono le loro porte e per poterle conoscere. E tutte le volte resto colpita da quello che c’è “dentro“, dentro quel prodotto che siamo abituati a vedere sugli scaffali dei negozi, e a cui spesso non facciamo più caso e di cui certo non ci poniamo tante domande.
Questo è proprio quello che mi è successo all’ultimo blog-tour, organizzato da Ferrarini, azienda che quest’anno festeggia i 60 anni di storia, che ha aperto le sue Tenute a 10 food-blogger di tutta Italia, tra cui anch’io.
Una storia, la loro, che da 60 anni continua ogni giorno con la stessa dedizione, con gli stessi stimoli del passato e l’entusiasmo per il futuro.
Ancora una volta ho potuto piacevolmente constatare che dietro ai “grandi nomi” e ai “grandi numeri” ci sono persone, persone che lavorano ogni giorno con una grandissima passione, per far conoscere a tutti la bontà e la convivialità del modo di vivere italiano, attraverso, nel caso di Ferrarini, i loro prodotti, tipici della buona tradizione gastronomica emiliana e italiana, simboli del made in Italy: Prosciutto cotto, Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il prezioso Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, i vini tipici dell’Emilia-Romagna come il Lambrusco.
Una storia di una famiglia, una storia della nostra Italia.
Tutto inizia nella bellissima villa (dove oggi ha sede il Gruppo, villa che vediamo rappresentata nel marchio Ferrarini) ai piedi delle colline a sud di Reggio Emilia, e continua nei meravigliosi terreni di proprietà delle Fattorie e Tenute Ferrarini.
Fortissimo il legame con la terra. I Ferrarini da sempre sanno che è nel rispetto della terra che risiede il sapore delle cose buone. Lo stesso sapore che poi possiamo ritrovare nei loro prodotti.
La nostra visita si è concentrata in particolare nelle fattorie e vigneti del gruppo, per vedere la filiera corta che porta alla nascita del Parmigiano reggiano, dei vini e dell’aceto balsamico.
Le fattorie si diffondono per 1.200 ettari di terreni sulla pianura Reggiana e nell’appennino Emiliano; da qui si ottiene il foraggio (50.000 balle di fieno, all’anno) per le 5000 vacche da latte, che viene raccolto nei loro fienili.
Le mucche, di razza Jersey e Frisona, sono produttrici di ben 20.000.000 di litri di latte all’anno, che Ferrarini utilizza esclusivamente per il Parmigiano Reggiano DOP e Burro NON OGM.
Ed è proprio l’abbinamento del classico latte ottenuto da vacche di razza Frisona, con quello più grasso e cremoso delle Jersey che dona al loro Parmigiano Reggiano DOP quel gusto morbido e inconfondibile. L’ho assaggiato, è così!
Tutte le stalle si trovano nel raggio di 15 km dai loro caseifici, questo permette così di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei trasporti del latte (circa 600 quintali al giorno): sono oltre 100 le forme che ogni giorno vengono prodotte nelle Latterie Ferrarini situate nel cuore delle colline emiliane, rispettivamente a Puianello di Reggio Emilia e Castelnuovo Monti sull’Appennino reggiano.
Vedere come si produce il Parmigiano Reggiano è un’esperienza bellissima, che consigli a tutti, grandi e piccini, di fare almeno una volta: io vi lascio a questo mio articolo, realizzato dopo una interessante visita con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, per scoprirne tutti i segreti (il parmigiano reggiano: cultura e natura ).

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Interessantissimo poi il processo di lavorazione dell’aceto balsamico. Innanzitutto va subito fatta chiarezza. Generalizziamo spesso dicendo “aceto balsamico”, ma c’è aceto e aceto.
Aceto balsamico di Modena IGP: è ottenuto, come vuole la tradizione, dalla cottura del mosto d’uva dei vitigni di Lambrusco situati in terreni di proprietà, con l’aggiunta di un particolare abbinamento di aceti, quello invecchiato di almeno 10 anni e quello ottenuto per acetificazione di solo vino. Il lungo processo produttivo che ha una durata minima di 3 anni, dove raggiunge la sua caratteristica densità e gradevole acidità, avviene in preziose botti di legno di rovere, per questo si chiama aceto Balsamico di Modena invecchiato.
Aceto balsamico tradizione di Reggio Emilia DOP: è un prodotto raffinato, esclusivo, a limitata produzione che si ottiene con un lunghissimo invecchiamento nelle Acetaie anche fino a 25 anni. Frutto del mosto raccolto nei vigneti delle Tenute Ferrarini, l’Aceto Tradizionale di Reggio Emilia è prodotto secondo un rituale dalle tradizione secolare.
Ed è proprio l’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia che mi ha letteralmente conquistato.
Oro nero, nel vero senso della parola, un prodotte che nasce dall’arte della lunga attesa… 25 anni per poter assaporare questa delizia.
E’ quest’arte il segreto dell’aceto tradizionale, il paziente invecchiamento attraverso le stagioni, secondo il tradizionale processo in cui il prezioso liquido viene travasato in botti di legno disposte in batteria (in numero dispari – per tradizione popolare- uguale o superiore a cinque e quasi mai oltre la decina).

Durante la conservazione, che avviene come secoli fa, attraverso i cambiamenti delle stagioni, freddo invernale e caldo estivo, avviene l’unione tra arte e natura: i 7 legni diversi delle botticelle, ginepro, robinia e castagno e altri ancora, donano all’aceto un prezioso bouquet di aromi e quel suo colore scuro e lucente, quell’aroma penetrante, equilibrato nel dolce e nell’agro, che rendono questo condimento un prodotto speciale ed unico nel mondo.
Per sapere tutti dettagli della lavorazione, fatti di rincalzi, tra una botte e l’altra, prelevando il liquido da una botte all’altra, vi rimando a questo link, con una chiara infografica.
Ringrazio tutte i compagni di questo tour e la grande “Famiglia” Ferrarini che ci ha accolto con grande ospitalità e ci ha permesso di visitare il loro mondo, regalandoci questo viaggio all’insegna del sapore, tra i luoghi e le terre in cui l’Azienda è nata, cresciuta e dove continua a creare prodotti genuini e tradizionali.
Un grazie all’agenzia Socialfarm per l’ottima organizzazione.
Ora non mi resta che aprire la mia preziosa bottiglietta di aceto Aceto balsamico tradizione di Reggio Emilia DOP, a cui non sono riuscita a resistere!!
ciao!
2 comments
Che bel post Elisa !!! Sono d’accordo è stato proprio un bel tour !
Grazie Germana!
resterà un bel ricordo e un bel arricchimento per tutti!
ciao
elisa